Il ritmo delle stagioni: la terra che rinasce a primavera con i suoi raccolti e la vita che ricomincia dove l’inverno l’ha interrotta.

Persefone, o in latino Proserpina, che ritorna dall’Ade sulla terra riportando la primavera. Giovane dea rapita da Ade, dio dell’oltretomba, assaggia sei chicchi di melograno mentre è prigioniera e viene costretta a soggiornare negli Inferi, tutti gli anni per sei mesi, quanti sono i chicchi di melograno consumati, per poi tornare dalla madre Demetra, dea dei raccolti, gli altri sei mesi, riportando insieme alla gioia della madre, la vita sulla terra.
Oggetto di miti e tradizioni millenarie, di leggende e di rappresentazioni iconografiche, il Melograno rappresenta uno dei frutti sacri anche a diverse tradizioni religiose, ad esempio viene citato dalla Bibbia come uno dei sette frutti della terra promessa  Il filo conduttore rintracciabile in queste storie e narrazioni mitologiche vuole il frutto del melograno come portatore di ricchezza e prosperità sia in termini economici che di fertilità.
Ancora oggi nella tradizione sia orientale che occidentale, per esempio in Grecia e in India, il matrimonio è accompagnato da rituali che coinvolgono il melograno, o bevendone il succo o spaccandone il frutto, in questo ultimo caso per vedere a seconda dei chicchi fuoriusciti, il numero dei figli attesi. E’ facile capire allora come anche nella tradizione italiana, il melograno sia diventato sinonimo di buon auspicio e di fortuna, tanto da essere associato ad altri cibi portafortuna che vengono consumati la sera di Capodanno.

IL FRUTTO DEL MELOGRANO

Mangiare un melograno è molto piacevole ma sgranare questo frutto non è così semplice. La parte edibile del melograno infatti, che corrisponde a circa il 60% del peso totale del frutto, è costituita dagli arilli: i suoi semi che raggiungono mediamente una numerica attorno ai 600 per frutto. Si tratta di semi carnosi e di colore rosso, che possono passare dal rosato al vermiglio a seconda delle varietà di melograno.
Per poter estrarre gli arilli ci sono diversi metodi: tagliare a metà il melograno e picchiettarne il dorso rivolto verso il basso con un cucchiaio di legno in modo da far ricadere gli arilli all’interno di una ciotola. Questa è la modalità più semplice e immediata ma non esente da rischi di macchie di colore rosso dalle nostre mani, abiti e cucina. Esistono poi degli sgranatori manuali che evitano di disperdere attorno i semi e di macchiarsi mani e abiti e che funzionano meccanicamente nello stesso modo, tagliando a metà il melograno e inserendolo in una griglia di estrazione che faccia lo stesso lavoro ma direttamente all’interno di una ciotola.
In alternativa se ne può bere il succo di melograno già estratto avendo cura che sia un’estrazione a freddo o spremitura e che il prodotto non venga pastorizzato ad alte temperature in modo da gustare un prodotto completamente fresco e che abbia conservato tutte le sue qualità organolettiche e nutritive. Mc Garlet all’interno della linea di frutta pronta da mangiare Enjoy propone anche il melograno già sgranato in pratiche confezioni da 100 g.

PROPRIETÀ E UTILIZZI DEL MELOGRANO

La qualità principale che viene attribuita al melograno è la sua capacità antiossidante e la funzione di aiuto a contrastare i radicali liberi. Il contenuto di antiossidanti presente nel succo di melograno è in proporzione doppio rispetto a quanto può apportare il succo di mirtillo e triplo rispetto al consumo di pari grammatura di frutta e verdura come barbabietole, more, frutti di bosco e spinaci. Inoltre il melograno è ricco di vitamine A,C, E e vitamine del gruppo B, senza contare che offre un valido apporto di Sali minerali come il potassio e lo zinco. Essendo poi un frutto a basso contenuto di calorie può essere consumato nelle diete ipocaloriche.
Oltre a consumare il frutto fresco tal quale e ad estrarne il succo, gli arilli del melograno possono essere consumati in insalata, soprattutto in abbinamento con noci e cereali. I suoi semi vermigli possono essere utilizzati come guarnizione per il gelato oppure come ingredienti di macedonie fresche. Nei piatti salati il melograno appaga sia l’occhio che il gusto facendo un contrasto di colori e sapori.

CURIOSITÀ SUL MELOGRANO

Il nome latino del melograno è Punica granatum. Punica corrisponde all’attuale Tunisia, zona di coltivazione del melograno che veniva poi esportato a Roma e granatum fa riferimento ad un frutto dotato di semi. Non furono però solo i Romani a scoprire il Melograno, Granada, la bellissima città spagnola, dominata dall’Alhambra, si lega al melograno sia nel suo nome, che nella sua bandiera. Gli arabi che conquistarono la zona e fondarono la città come la conosciamo oggi, la dedicarono a questo frutto. Ancora oggi passeggiando per le vie di Granata il simbolo del melograno appare ovunque: dai tombini ai marciapiedi. E anche nella bandiera della città tra i vari stemmi, spicca il simbolo di questo bellissimo frutto.

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